Passeggiata alle Grotte di Santa Sperandia
Cingoli (mc)
"Il luogo è così ermo e nascosto, che chiunque penetri mal si convince,
che persona umana vi abbia trascorsa la vita anche per poco tempo." .
Incastonata nella roccia con una terrazza panoramica che si affaccia sulle colline circostanti.
Per arrivare alla grotta si prende un sentiero in discesa che attraversa un fitto bosco di querce, roverelle e ornielli.. Primule, ciclamini e pungitopo ci accompagnano lungo il cammino..e le scalinate incastonate nella vegetazione agevolano la discesa.
Santa Sperandia è la patrona di Cingoli vissuta tra il 1216 e il 1276.
Ancora in giovane età, dopo una visione, lascia la natia Gubbio scalza, vestita da una pelle di porco e da una cintura metallica, iniziando così il suo pellegrinaggio nell'Appennino Centrale.
La sua venerazione è legata alle virtù taumaturgiche che manifestò ancora in vita.
Infatti guarì numerose persone, soprattutto donne, da svariate malattie.
Il suo pellegrinaggio la portò a Cingoli dove si svolgeranno gli avvenimenti di maggior rilievo della sua esistenza. Dopo alcuni anni passati in solitudine in una grotta sul monte Acuto, la Santa di recò nel monastero benedettino della città dove morì nel 1276 dove il suo corpo si mantiene perfettamente intatto.
Alla Santa vengono attibuiti molti miracoli, tra cui il miracolo delle ciliegie, il più vivo nella devozione popolare cingolana e immortalato da un quadro di Pier Simone Fanelli collocato sull'altare maggiore della chiesa di Santa Sperandia.
La grotta si apre sul versante nord del Monte Acuto e nei pressi della grotta si trova una buchetta rettangolare scavata nella roccia che raccoglie le acque di percolazione..si tratta della fonte Acitona o Acitosa più volte descritta nelle cronache.
La tradizione vuole che si sia formata per essere utilizzata dalla Santa eremita. Rimane sempre piena anche nei periodi di siccità.
Purtroppo la mano dell'uomo ha alterato la bellezza naturale di questo luogo con opere murarie.